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Avv. Chiara Caucino

Intervista a cura di Giada M.

01/

Ci può illustrare brevemente di cosa si occupa un Assessore alle Pari Opportunità? Si immaginava "da grande" che avrebbe ricoperto questo ruolo?

Il mio obiettivo è quello di promuovere iniziative finalizzate alla parità e all’uguaglianza fra uomo e donna, mettendo in campo tutte quelle misure volte a rimuovere le discriminazioni a livello lavorativo ed economico. Da giovane non pensavo di fare politica, però ho sempre amato occuparmi degli altri e della collettività e ho sempre avuto a cuore l’agire nei confronti di chi è più fragile. Ho sempre nutrito amore verso la giustizia: la nostra società ha bisogno di cambiamenti e forse per questo, crescendo, sono diventata una donna battagliera. Mi auguro che tutte le ragazze, che sono il futuro della società, scelgano di contribuire al cambiamento.

02/

Lei è una giovane avvocata. In quanto donna, ha riscontrato difficoltà ad affermarsi a livello professionale? Se sì, come è riuscita a superarle e/o cosa consiglierebbe a quelle donne che vivono tali situazioni?

Noi donne italiane siamo fortunate ad essere nate in questo Paese perché in Italia possiamo esprimerci e mettere in campo le nostre potenzialità. Ci sono altri Paesi, nel Mondo, in cui per una donna è difficilissimo affermarsi. Personalmente non ho incontrato grandi difficoltà a livello professionale, anche se c’è da dire che nemmeno in Italia la strada è sempre in discesa. Molto spesso, poi, noi donne abbiamo il piacere di mettere su famiglia e di sposarci e dobbiamo conciliare questi due aspetti. Io sono fortunata perché ho al mio fianco un uomo molto intelligente che mi aiuta con mio figlio e nella gestione delle attività domestiche. Anche se viviamo nel 2021, sembra ancora che alla donna venga richiesto di dimostrare qualcosa in più. Per questo il modo per affrontare queste situazioni è quello di credere in noi stesse e nelle nostre potenzialità, senza perdere di vista i nostri obiettivi. Noi donne non dobbiamo dimenticarci di perseguire i nostri sogni esattamente come fanno gli uomini e dobbiamo credere in noi, qualunque mansione si ricopra.

03/

Si sente spesso parlare di "divario retributivo di genere" o di "soffitto di cristallo". Cosa ne pensa?

Penso che sia realtà. Sono temi attuali, che evidenziano la necessità di interventi rilevanti anche a livello legislativo. Di “soffitto di cristallo” in Italia si sente parlare poco, ma in altre parti del mondo è una realtà molto presente e diffusa. In certe culture, poi, la donna deve essere relegata alla cura della casa e non può guidare nemmeno un’auto figuriamoci avere un’autonomia professionale. Per questo è necessaria una trasformazione di tipo culturale,

che nelle nuove generazioni già si intravede. Proprio in voi ripongo fiducia, affinché questo soffitto di cristallo possa essere infranto.

04/

Che ruolo possono avere le Istituzioni per essere vicine ai cittadini che sentono di aver subito discriminazioni nell'accesso alle opportunità che la società propone?

È un ruolo fondamentale perché noi Istituzioni siamo chiamate a mettere in campo tutte le misure necessarie per combattere queste discriminazioni. Dobbiamo portare avanti delle campagne di informazione sul tema, come state facendo anche voi, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’esistenza delle discriminazioni e informare sulle modalità con le quali poterle superare. Alcune azioni già sono state messe in atto a livello nazionale e regionale. Dobbiamo dare più asili nido, perché le madri quando vanno al lavoro devono avere la possibilità di sapere i figli in un posto sicuro; attuare azioni volte a sostenere le donne in ambito lavorativo, per aiutarle a conciliare la vita familiare con quella lavorativa. Sto investendo a livello regionale affinché i datori di lavoro diventino maggiormente consapevoli del loro ruolo nell’aiutare le donne lavoratrici. Alcuni di loro, ad esempio, propongono orari maggiormente flessibili per aiutare le neo mamme, smart working e permessi aggiuntivi anche al padre. Vorrei concludere affermando che una donna deve fare quello che si sente e se vuole fare carriera deve avere quelle pari condizioni affinché questo sia possibile

05/

Quanto siamo vicini secondo Lei al superamento degli stereotipi di genere? E qual è, secondo Lei, la strategia migliore per contrastare gli stereotipi in generale.

Per superare certi stereotipi è necessario un cambiamento culturale che parta dalle famiglie, nell’educazione dei propri figli che, fin da piccoli, devono imparare a rispettare le donne, a rifiutare ogni forma di violenza. La ricetta è quindi l’educazione. L’educazione al rispetto della donna a 360 gradi: valorizzandone la professionalità e tutelando la socialità e la dignità. Superando, in questo modo, ogni stereotipo negativo.

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