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SIAMO DAVVERO DIVERSI?

Interviste ed elaborazione dei dati a cura di Giada M. e Giada A.

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Per tradurre in termini pratici questi studi abbiamo condotto degli esperimenti per valutare le differenti reazioni. Non solo confrontando uomini e donne ma anche le diverse generazioni.

Abbiamo intervistato una ragazza e un ragazzo della nostra età; sono bastate poche semplici domande per cogliere le differenze di pensiero e di comportamento. 

Successivamente ci siamo rivolti a persone che rientrano in una differente fascia d’età, per vedere se le differenze tra uomo e donna evidenziate nell’intervista precedente fossero simili se non addirittura perfettamente uguali.

Abbiamo preso in esame 10 soggetti: 5 donne e 5 uomini (età tra i 45 e i 60). Le domande a cui hanno risposto sono le stesse che sono state poste ai giovani.

Le risposte delle 5 donne coincidono quasi perfettamente con quelle della ragazza e lo stesso vale per gli uomini. Questo è risultato evidente nel momento in cui ai soggetti è stato chiesto di associare aggettivi e mestieri o all’uomo o alla donna: in pochissimi casi la risposta è stata “entrambi”, questo perché nonostante la differente età, il diverso sesso di appartenenza, l’evoluzione a livello industriale, tecnologico ma anche mentale  negli ultimi anni della nostra società, si ha ancora una visione molto stereotipata nella suddivisione dei compiti da svolgere in casa, dei mestieri e riguardo l’associazione degli aggettivi.

Le uniche differenze di pensiero e di comportamento che possiamo notare da queste risposte sono in riferimento al tentativo di privilegiare il proprio sesso di appartenenza. Questi stereotipi che ognuno di noi ha ormai interiorizzato derivano dalla società, dalla scuola, dalla famiglia che ci trasmettono queste idee sui ruoli maschili e femminili, e ciò ci viene comunicato attraverso il linguaggio, l’abbigliamento e il comportamento.

Alla luce degli studi empirici in psicologia, l’insieme dei tratti psico-comportamentali tipici di ciascun sesso appare meno ampio che in passato, ma non nullo. Attualmente è ancora molto determinante il ruolo esercitato dagli stereotipi di genere sulle prestazione del singolo, ossia sulla percezione delle prestazioni di persone dell’altro sesso.

Parliamo ancora di differenze di pensiero tra uomo e donna ma questa volta lo facciamo con la responsabile della psicologia ospedaliera Dott.sa Patrizia Tempia.

Affrontiamo questo tema anche con la Dott.sa Claretta Sordi, pedagogista specializzata in difficoltà specifiche di apprendimento.

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“Partiamo dal fatto che per la crescita, la formazione di un bambino e per la costruzione della sua identità, è fondamentale la qualità della cura genitoriale e gli stili educativi che la famiglia presenta. Alla base di tutto, secondo molti pedagogisti e psicologi, vi è la relazione madre-bambino che induce la formazione del sistema psichico e la sua costruzione.

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Le cure parentali che la famiglia dà al bambino sono essenziali per lo sviluppo poiché predispongono l’autonomia all’apprendimento e alla capacità, poi, di relazionarsi con la società. Gli educativi all’interno di una famiglia e anche gli stessi modelli genitoriali tra papà e mamma sono differenti perché ciascuno nell’educare il figlio mette in atto delle esperienze di vissuto personale che dipendono da fattori diversi come l'educazione ricevuta, i modelli offerti dai media, la predisposizione innata di ciascuno, l’influenza dei coetanei nel momento in cui comincia il processo di scolarizzazione e la stessa educazione scolastica nei vari ambiti.

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In base alla mia esperienza, fino all’età della scuola dell'infanzia i bambini sono molto più spontanei e pur avendo all’interno delle loro famiglie dei ruoli maschili e femminili distinti, riescono anche nel gioco simbolico a utilizzare con molta semplicità e naturalezza giochi che sono sia femminili che maschili. Ho visto bambine giocare con le macchinine o alla lotta e bambini giocare a fare il ruolo di papà, mettendo i bambolotti nella carrozzina, il che dimostra che in questa fase della vita vi è molta più elasticità nell'adottare ruoli diversi. Dopodiché si tende ad adottare ruoli più definiti e ad essere più intransigenti, anche a seguito delle esperienze negative (magari di derisione) che i bambini vivono nell'ambiente sociale. 

 

Gli stereotipi esistono, sta però nel ruolo della famiglia fare in modo che i modelli proposti siano sì chiari, ma anche più elastici e interscambiabili. Questo perché abbiamo bisogno di modelli che, pur consentendoci un pieno sviluppo della nostra identità, non soccombano agli stereotipi che la società ci impone".

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