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Libri, saggi e articoli di giornale

Il peso dell’amore. Capire i disturbi alimentari partendo da famiglia e scuola

Leonardo Mendolicchio

Selezione in aggiornamento

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In questo viaggio dentro i disturbi alimentari, uno dei maggiori esperti italiani di DCA illustra, con esempi e casi concreti, che cosa accade quando una ragazza o un ragazzo decide di alimentarsi in modo diverso e spiega perché è importante affrontare i disturbi legati al cibo all'interno della famiglia e a scuola, e come rapportarsi alle cure con l'aiuto dei terapeuti.

Che cos'è un disturbo alimentare? E perché proprio mio figlio si è ammalato? Sono le domande che si pongono sempre più genitori a fronte dell'aumento dei casi di DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) tra i ragazzi, divisi tra stupore e disperazione, tra negazione e abnegazione totale alla "malattia". L'arrivo dell'anoressia, della bulimia, delle dipendenze da cibo e degli altri disturbi alimentari è infatti il punto di non ritorno rispetto a una normalità (spesso solo apparente) che era vissuta prima, e la famiglia è parte in causa di questa drammatica realtà. Ma qual è il comportamento giusto da adottare per riconoscere gli atteggiamenti sentinella e affrontare i sintomi conclamati di una malattia che non riguarda soltanto l'equilibrio della massa corporea, ma anche e soprattutto il senso di adeguatezza nel vivere? In questo viaggio dentro i disturbi alimentari, uno dei maggiori esperti italiani di DCA illustra, con esempi e casi concreti, che cosa accade quando una ragazza o un ragazzo decide di alimentarsi in modo diverso – perseguendo una folle magrezza, oppure, al contrario, decidendo di non porre freno a una fame smisurata –, e spiega perché è importante affrontare i disturbi legati al cibo all'interno della famiglia e a scuola, e come rapportarsi alle cure con l'aiuto dei terapeuti. Perché la guarigione è possibile, se si è uniti nella battaglia.

Volevo essere una farfalla. Come l'anoressia mi ha insegnato a vivere

Michela Marzano

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Michela Marzano è un'affermata filosofa e scrittrice, un'autorità negli ambienti della società culturale parigina. Dalla prima infanzia a Roma alla nomina a professore ordinario all'università di Parigi, passando per una laurea e un dottorato alla Normale di Pisa, la sua vita si è svolta all'insegna del "dovere". Un diktat, però, che l'ha portata negli anni a fare sempre di più, sempre meglio, cercando di controllare tutto. Una volontà ferrea, ma una costante violenza sul proprio corpo. "Lei è anoressica" le viene detto da una psichiatra quando ha poco più di vent'anni. "Quando finirà questa maledetta battaglia?" chiede lei anni dopo al suo analista. "Quando smetterà di volere a tutti i costi fare contente le persone a cui vuole bene" le risponde. E ha ragione, solo che è troppo presto. Non è ancora pronta a intraprendere quel percorso interiore che la porterà a fare la pace con se stessa. "L'anoressia non è come un raffreddore. Non passa così, da sola. Ma non è nemmeno una battaglia che si vince. L'anoressia è un sintomo. Che porta allo scoperto quello che fa male dentro. [...] Oggi ho quarant'anni e tutto va bene. Perché sto bene. Cioè... sto male, ma male come chiunque altro. Ed è anche attraverso la mia anoressia che ho imparato a vivere. Anche se le ferite non si rimarginano mai completamente. In questo libro racconto la mia storia. Pensavo che non ne avrei mai parlato, ma col passare degli anni parlarne è diventata una necessità."

Una vita sottile

Chiara Gamberale

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C'è un'adolescenza "spensierata e forse banale e forse scontata", e poi c'è la malattia che all'improvviso divora tutto. Alla fine di quello smarrimento, Chiara – la protagonista di questo romanzo, il primo di Chiara Gamberale, che dell'autrice porta il nome e il cognome – sente che per riemergere, per ritrovare il filo dell'identità, non deve insistere a guardare in faccia il buio, ma piuttosto spostare lo sguardo sulle persone che la circondano. Perché non ci esauriamo nel nostro dolore, anzi: forse la nostra vera essenza continua ad agitarsi ai bordi del dolore, che nel caso di Chiara è quello di una terribile forma di anoressia e bulimia, "un dolore lungo e magro, in bianco e nero". Chiara appare attraverso i legami con gli altri, che sia la scrittura dei diciotto diarietti riempiti insieme a Cinzia sui banchi di scuola o l'amicizia quasi d'amore con Emiliano, che sia la professoressa Ricca del liceo Socrate oppure il cane Jonathan, a cui "importa solo che io sia e ci sia". Gli anni dell'adolescenza scorrono attraverso una scrittura che, com'è stato immediatamente notato dai recensori, "è ariosa, delicata, penetrante, toccata dalla grazia della leggerezza", ma nello stesso tempo rivela in controluce tutta la sofferenza, la fatica di vivere che riempie ogni storia di senso e di gratitudine. Chiara Gamberale esordisce a vent'anni con un romanzo accolto con entusiasmo da pubblico e critica, dove già molto si scopre dei libri che l'autrice darà successivamente alla luce.

Affamati d'amore

Fiorenza Sarzanini

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Un'inchiesta, narrata con sensibilità e passione, che fa luce su una malattia del nostro tempo e accende una speranza. Perché il percorso è faticoso, ma se accetti il sostegno di chi conosce questo male e di chi ti è vicino puoi salvarti. Se ti fai aiutare riesci a guarire.

 

La perfezione non esiste, ma la ricerca della perfezione sì e può diventare una condanna. Ti guardi ma non vedi davvero com'è il tuo corpo. Vuoi cambiarlo per far capire agli altri quello che non riesci a dire: sto male. E alla fine il corpo parla, dice quello che la mente non vuole ammettere: ho bisogno di aiuto. «Io so come ci si sente. A me è successo quando avevo ventitré anni.» Fiorenza Sarzanini, firma di punta del giornalismo italiano, racconta in queste pagine l'anoressia che ha vissuto, come si è curata, come è riuscita a uscirne. E perché ha deciso di impegnarsi in prima persona perché questo male così insidioso sia trattato come una vera emergenza. Cosa succede a tante ragazze e tanti ragazzi di oggi? Perché durante la pandemia migliaia di bambini e adolescenti hanno sviluppato disturbi alimentari, e gli atti di autolesionismo e i tentativi di suicidio sono aumentati? Quanto contano la disinformazione in rete e il confronto sui social? I malati in Italia sono oltre tre milioni, perlopiù giovani e giovanissimi. L'autrice ha ascoltato le loro confessioni e ne racconta i pensieri e le storie, i demoni e la fame d'amore, le cadute vertiginose e la fatica di rinascere. Ha parlato con i medici che ogni giorno affrontano questa epidemia per cui non c'è vaccino. Ha raccolto lo sfogo dei genitori, il loro senso di colpa, la disperazione di chi vede i propri figli distruggersi senza riuscire ad aiutarli.

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